Home > comunicazione > Si dice vena cava

Si dice vena cava

Si dice “passerà”, si dice “non fa niente”, si dice “forza”. Mentre il senso di vuoto inonda ogni interstizio vitale, mentre sei piegato dal dolore e non riesci a rialzarti, mentre la testa pulsa e non riesce a liberarti dall’ossessione feroce degli stessi pensieri. Si dice sempre qualcosa quando l’unica cosa degna sarebbe il silenzio.

Si dice “scherzava” o si dice “è una provocazione”. Mentre qualcuno innalza un prodigioso inno di amore all’odio, mentre si intessono sperticate lodi alla fine inevitabile, mentre ci si sottrae all’ottimismo ebete.

Cancro si dice “brutta malattia”, follia si dice “periodo di disagio”, merda si dice “rifiuti biologici”, odio si dice “antipatia” o “divergenze”, sfruttamento si dice “flessibilità”, scopare si dice “fare l’amore”, credere impunemente il falso si dice “fede”. Ipocrisia si dice “rispetto”, menzogna si dice “quieto vivere”, uno stronzo in meno si dice “se ne vanno sempre i migliori”, prossimo fallimento si dice “abbiamo buone prospettive future”. Si dice “eufemismo”.

Si dice il falso, ma poco, giusto per vendere, si chiama dolus bonus. Si dice “truffa semantica” quando si usano le parole a fini capziosi, mistificatori e ingannevoli, praticamente quasi tutto il linguaggio. Si piega il dizionario fino al limite di rottura, un crescendo di falso materiale, falso ideologico, falso grossolano solo per non offendere, per avere un posto di lavoro, per farsi eleggere, per essere amati. Si dice “normalità”, si dice “truffa delle parole”.

Si dice “era un gioco”, quando hai un obiettivo e fallisci, si dice “non mi interessa” quando è fuori dalle tue possibilità. Si dice “non ho tempo” per dire no, si dice “bugia bianca” per assolversi, si dice “morte bianca” per allontanare l’immagine del sangue sull’asfalto, per non pensare al moncherino, per spruzzare un vago dolore asettico che unisce e commuove la cittadinanza. Si dice “vedova bianca” per non turbare le coscienze balenando l’assenza di sperma e la mancanza di sano sesso coniugale. Si dice “non praticante” per sentirsi liberi di non seguire alcuna delle regole connesse alla fede rendendo il dogma una barzelletta opinabile ma la salvezza possibile. Si dice “non mi sono spiegato” per intendere “non hai capito nulla, imbecille!”.

Si dice “rimaniamo amici” per invitare a sparire da questo pianeta, si dice “ti amo” per concludere la serata, si dice “come va?” per spezzare il silenzio in ascensore. Si dice che “non fa male”, si dice che “la crisi passerà”, si dice che la forza di volontà favorisce la cura, si dice che il segreto della felicità è la semplicità. Si dice “buongiorno” e non si dice “addio” anche se ogni momento potrebbe essere l’ultimo. Si dice “incredibile! È morto” nonostante l’ineluttabilità del decesso di ogni forma vivente, si dice “è una sfida” quando sei quasi certo di fallire.

Si dice che l’ignoranza del popolo è un complotto del potere, si dice “informazione di regime” per giustificare la passività delle masse, si dice “vergogna” e non la si prova mai. Si dice “tanto rubano tutti” e “sono tutti uguali” per confessare, in realtà, che potendo rubererebbe lo stesso sputademagogia. Si dice “ci vorrebbe la pena di morte” sentendosi giusti, equi e superiori agli assassini comuni. Si dice “tolga le sigarette, l’alcool e il caffè e diminuisca lo stress”, si dice “hai provato con la medicina alternativa?”, si dice “l’importante è la salute”. Nessuno dice mai che alla fine si muore lo stesso. Per aiutare a combattere la solitudine si dice “perché non ti compri un cane” e nessuna sembra pensare alla conseguente crudele solitudine del povero animale.

Poi si dice “sì, ma..”, si dice “tu esageri sempre”, si dice “massimalista, manicheo, radicale”. Qualcun altro dice che al solo pensiero che il sangue debba circolare senza requie fino a che l’organismo è vivo è una cosa talmente ossessiva che far sorgere stanchezza e rendere perennemente instabili, una fisiologia che dovrebbe far sempre pensare al peggio per la sua complessità, per l’impegno richiesto, per lo sforzo continuo. Bravo il sangue che scorre, bravo il cardio che pompa, bravi i polmoni che ossigenano. Bravi tutti! In questi casi si dice “viva la vena cava”.

Si dice che un organo grande come un pugno possa sostenere i tuoi sentimenti tutta la vita, si dice che la sua mancanza renda aridi e cattivi, forse cinici, addirittura schietti. Si dice “sono molto sensibile” nel caso ci sia il rischio che qualcuno non se ne accorga e possa scambiarti per lo stolido, impuro, anaffettivo di turno, quei poveracci poveri di spirito e privi di parole dolci, confortanti, dilettevoli.

Qualcosa d’altro da dire?

Indice di leggibilità: 55

  1. moi meme
    4 agosto 2012 alle 00:40

    Si dice “ce la faremo” per coprire il fetore della cancrena o rendere meno doloroso il taglio o più facilmente perché non si ha il coraggio di dire morirà.
    Pavide indorature per offrire, o offrirsi, anestetiche pastiglie che sanno di mandorla, come il cianuro, ma durano meno.
    Hai una mail?
    Grazie

    • 6 agosto 2012 alle 09:24

      Tempo fa mi lanciai in una prolusione sul valore della verità e qualcuno mi disse che se la verità è dolorosa allora è meglio non cercarla. Questo deve essere lo schema generalizzato che non capisco ma di cui prendo atto. Di conseguenza mettendo in fila tante cose ovvie si ottiene un qualcosa di non scontato. Se fa male, anche meglio.
      Chiunque ha voglia di vedere oltre gli inganni ha ancora “qualcosa da dire” e può continuare questo post in modo che non abbia mai fine. Non servirà a niente ma può essere liberatorio al di là di ogni affinità e benevolenza di giudizio di cui, comunque, ti ringrazio.

  1. No trackbacks yet.

Spazio al dissenso

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.