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Nascondino sopra un cielo basso (per non mai morire)

L’inquietudine metafisica e il rancore esistenziale, omogeneizzati di odio, parole strozzate in gola. La campana non suona e non diciamo addio alle armi. Devastare ciò che è intimamente radicato, appartenenza intima per sradicati da tutto. Coprire gli specchi, nascondere i coltelli, ingombrare le finestre. Volere non volere, volere non dolere. Nascondimento in teorie poco credibili. Ora lo sai, il bene può far così male da non poter restare né scappare.

La cantilena ti uccide ma se soffi la morte scapperà, ti assomiglia e ti imita. Ciò che è necessario sono degli automatismi che allevino l’oppressione. Sincronie di sentimenti, catene di azioni, linee di agende, quadrati di memorandi, desideri di morituri. Ultime sigarette, prime delusioni, sospensioni intermedie sulle illusioni ottiche del cielo, scostandosi dalla cecità indotta dai raggi solari. Ci si nasconde sperando di non trovarsi.

Scrivere per fingere di esistere, parole sensate per imitare la farsa del senso ultimo. La compagnia dolce di tutto ciò che ho e non merito. La nostalgia cattiva di quello che mi manca e penso di meritare. La nausea di aver nausea, tutto ciò che ho distrutto e buttato. Un’epica di disgusto che cerca le parole. Queste lo sono, scritte per l’uomo spezzato* dentro quello esterno, che sembra integro. Continuare a scrivere commiati, forse solo un caso che si depone indifferente sui campi elisi degli esili umani.

Ci si annoia nel consueto, sterile soliloquio di sé stessi e nessuna sorpresa, tentennamenti limbici a ogni parvenza di volontà. Ogni longinqua velleità di essere migliori dello spento trascinarsi nelle frustrazioni della mediocrità, tutte le circonvoluzioni per velare l’infelicità, la bolsa difesa delle abitudini deleterie. Non possono vedermi, non possono vedermi, non possono trovarmi. Parole vuote per non mai farsi comprendere. Il fingitore* ha il suo bel da fare per camuffare il copione spento della memoria, il mestiere di sopravvivere alla proprie colpe è faticoso. Non potete comprendere, non potete sentirlo, non potete leggerlo, almeno lo spero*.

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