Home > questioni private > La verità dei ricordi ingannati

La verità dei ricordi ingannati

Nel 2004 andavamo a Bologna a vedere il Flippaut festival. Bei giorni e ricordi nitidi.

Pochi giorni fa siamo tornati nel capoluogo emiliano, sempre per un concerto. Stesso albergo, stesso luogo del concerto, stessa strada per arrivarci (stavolta abbiamo visto Tonino Carotone, seconda volta in 2 mesi!, e i Dredg).
Ebbene l’albergo che nei nostri ricordi favoleggiavamo splendido, con un bagno principesco e una colazione stellare l’abbiamo ritrovato assolutamente normale e non memorabile.
Il super stradone che conduceva al concerto me lo ricordavo un inferno di traffico, una pista per battere il record lanciato, l’asfalto per tagliagole a 4 ruote, insomma un serio rischio per l’incolumità personale.Oggi l’ho ritrovata una strada qualunque e accessibile.
È cambiata la realtà o i ricordi tengono a ingigantirsi? La memoria estremizza il bene e il male per cancellare tutte le tonalità medie?
Avrai giurato sul fuoco su certi particolari e, invece, ho capito che devo diffidare dei ricordi o, meglio, dai giuramenti..-

Questo è il motivo perché non voglio rileggere i libri che mi hanno colpito e formato: sono quasi sicuro che a distanza di anni, con i miei cambiamenti, con un’altra sensibilità mi trasmetterebberò sensazioni diverse e quindi, probabilmente, una delusione. Sarebbe il decadimento dei miei “miti” personali. Troppo il rischio, preferisco stringermi a ricordi scoloriti eppure indimenticabili.

Al mio ritorno, casualmente, mi ritrovo con l’amico Sabasan e una scatola di foto d’epoca. Lui è un grande professionista dell’ ”essere fotografo dilettante” ed ogni foto è una storia da accarezzare e tramandare. Arco temporale da 10 a 80 anni fa. Foto in bianco e nero che trattenevano intere esistenze, foto che pesavano perché rare, selezionate, documenti unici non inflazionati dalle infinite memorie digitali. Immagini magnetiche che raccontano molto più di 300 foto digitali scattate per ogni festicciola di compleanno.
Sguardi di intensità rara, “santini” di epoche che sembrano arcaiche ma sono vicine. Dense effusioni di racconti visuali istantanei. Ogni foto un ricordo per il suo possessore, una storia da accennare, un aneddoto su cui sorridere o riflettere. Umanità palpitanti, ricordi vivi, forse già travolti dagli inganni degli anni e ormai diventati un’altra verità. La verità dei ricordi ingannati, addolciti dal filtro del nostro cuore o inaciditi dal peso delle nostre rabbie remote.
Poche foto, ricordi stabili che si rincorrono nelle nostre teste ricostruendo una nostra storia forse parallela o emozionale, ma non falsa, perché nostra nella rielaborazione della nostalgia. Quella sensazione dolce e amara insieme, come un amore presente, ma lontano.

“spiego ai miei sogni
il concetto di onestà
loro che si son trasformati
in una professione adatta
voglio la verità che ricordavo
perchè questa è troppo brutta”
La verità che ricordavo – Afterhours

  1. 2 settembre 2008 alle 22:04

    per l’ansia e la fretta, non ho dato enfasi alla gioia della tua citazione e dello spunto che ti ha dato la scena di ieri con la scatola di fotograzie prog…enjoy

  2. 3 settembre 2008 alle 17:10

    Hai colto in pieno il senso del mio post!Hai espresso sensazioni che ben conosco…

  3. 3 settembre 2008 alle 19:29

    Quante volte torniamo in un posto dove abbiamo vissuto momenti indimenticabili e di volta in volta il posto perde fascino se non addirittura diventa banale? E’ un peccato, ma i ricordi possiamo solo custodirli, non riviverli.

  1. 4 luglio 2010 alle 07:43
  2. 28 novembre 2010 alle 20:04

Scrivi una risposta a Sabatino Di Giuliano Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.