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Come farfalle nell’uragano: cronaca di una straniero tra le macerie di un paese che non c’è mai stato

Grande è la confusione
sopra e sotto il cielo
osare l’impossibile!
osare!
osare perdere!”
Manifesto, CCCP Fedeli alla linea

Siamo assediati, azzerati, umiliati, cancellati.
Sbattuto fuori a calci dalla mia nazione immaginaria.
Sono di colpo straniero in un paese a cui mi illudevo di appartenere.


Ladies and gentlemen, non c’è lieto fine, niente colpo a sorpresa. Come Waterloo.
Siamo
farfalle in un uragano, esseri fragilissimi violentemente tramortiti dalla forza degli eventi.
Non è un film, i buoni (come me li immaginavo io, sia chiaro) perdono e i cattivi stravincono (un produttore di Hollywood inorridirebbe…).

Deve essere colpa della percezione, di quello che ti sembra di vedere ma in realtà non è. Dopo rimaniamo paralizzati dallo scarto tra realtà immaginata e quella reale.
Non ho seguito la campagna elettorale, cercavo di estraniarmi per il senso di fastidio che provavo a sentire la profusione di parole vuote e demagogiche. Eppure ricevevo lo stesso segnali, ascoltavo la gente. La sconfitta era annunciata, la sorpresa è stato l’annientamento.
Nonostante la lunga storia di sconfitte, non ci siamo ancora abituati?
Pare di no! La corsa adesso è a cercare il Colpevole.
Nessun colpevole, se non noi stessi. Troppo facile cercare scuse, la propaganda sproporzionata, le divisioni, etc.
E allora? Si perde semplicemente perché la maggioranza degli elettori non ci vuole, la pensa diversamente da noi. Banale.
Smettiamo di credere a masse ingannate.
Per molti questo sarà inaccettabile, indicibile forse. Ma veramente vuoi “illuderti ancora che lui ritorni”?

Ora aumenteranno le molestie della grancassa di coloro i quali correranno a sostegno dei vincitori. Quanti hanno repentinamente cambiato rotta! Quali ardite virate di fantasmi che imperverseranno chiassosamente nel prossimo quinquennio! L’opera buffa dei pupi mediatici è forse l’aspetto più sgradevole, ma, almeno, basta togliere l’audio.
Urge una riflessione.
Tempo addietro lo slogan era resistere, resistere, resistere. Ora mi chiedo: resistere a chi? A noi stessi?
Quello che ci sembra necessario, per la maggioranza è machiavellismo incomprensibile.
Miopia generale? O siamo noi distaccati dalla realtà?

Dissociati, lontani dal paese reale, tronfi di un Paese che non c’è. E forse non c’è mai stato.
Incapaci di valorizzare quanto fatto ed esaltare gli elementi distintivi dello schieramento opposto. Così tutto è una melassa indistinta, anzi distinta negativamente su un lato.
Ciò che ci appare evidente, cristallino lapalissiano, è risultato chiaro non esserlo per gli altri e, quindi, evidente non lo è proprio! Ci siamo ingannati.
Non è un problema di linguaggio ma di contenuto
Prendiamo atto, non cerchiamo colpevoli esterni, evitiamo le scuse e ricominciamo dalle
macerie che si formeranno nei prossimi cinque penosissimi anni.

Mentre l’Italia si rialza (sic…), la sinistra deve inginocchiarsi e riflettere con umiltà cercando di sporcarsi, il più possibile, le mani di realtà.
Basterà?

[foto Wikipedia]

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